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Maternità: Tra felicità e malinconia

La gravidanza e la maternità, è un momento molto importante per la donna, per una coppia, per le loro rispettive famiglie. Molti aspetti relazionali, psicologici, sociali sono destinati a cambiare per sempre dopo questo naturale evento.
Dopo nove mesi finalmente il gran giorno è arrivato, il bimbo è nato e tutti sono felici. Ma la spesso la neomamma prova una lieve malinconia, che se sottovalutata, può sfociare in depressione post partum.

E’ il “baby blues”, che colpisce 7 neomamme su 10 e che tende a scomparire spontaneamente.

Nel 10-18 per cento dei casi, invece, la donna può andare incontro alla vera e propria “depressione post partum”, uno stato depressivo che si manifesta in media nelle prime quattro settimane dopo il parto.

Questo tipo di depressione può compromettere la salute della donna e del neonato, anche seriamente. Se non riconosciuta e curata con tempestività, può avere ripercussioni anche molto profonde non solo sulla neomamma, ma anche sul partner e sullo sviluppo cognitivo, psicologico, comportamentale e sociale del bambino.

Le cause che portano una donna a soffrire di depressione post partum sono molteplici, e comprendono fattori biologici, psicologici e sociali. Si tratta di un fenomeno in aumento nei paesi occidentali, le cui cause sono molteplici ed i cui sintomi non sempre sono facilmente riconoscibili, soprattutto nelle fasi iniziali.

Oltre ad una elevata variabilità della sintomatologia, infatti, all’inizio possono prevalere senso di spossatezza, mancanza di energie, difficoltà di memoria, disturbi del sonno e/o dell’appetito, facilmente confondibili con la prevedibile stanchezza dovuta alla fatica del parto e all’accudimento del neonato.

Accanto a ciò, sono generalmente presenti anche sentimenti di profonda inadeguatezza, irritabilità, pessimismo, tendenza all’isolamento sociale, ansia eccessiva per la salute del bambino o insofferenza fino, in alcuni casi, alla paura di rimanere da sola con lui, o di fargli del male.

Questi vissuti suscitano nella donna profondi sensi di colpa e sentimenti di vergogna, perché l’immaginario collettivo, fortemente alimentato dai media, vede la maternità come un momento di totale appagamento ed assoluta felicità, in cui non può esserci posto per la tristezza o la depressione.
Da qui la sensazione di essere sbagliate, di non saper apprezzare la gioia che il proprio bambino porta, di essere delle cattive madri. Da qui, di conseguenza, la difficoltà a chiedere aiuto, a confidare a qualcun altro il disagio psicologico che si sta provando.

Articolo Ministero della Salute
depressione post partum

Il pediatra e psicanalista inglese Winnicott ha coniato il termine “baby blues” (letteralmente “bambino triste”) per definire quella sorta di malinconia che colpisce il 50-70% delle donne nei giorni che seguono il parto e che si risolve spontaneamente nel giro di una- tre settimane al massimo.

Si tratta di un disturbo di lieve entità caratterizzato da pianto improvviso ed immotivato, stanchezza, irritabilità e nervosismo, labilità dell’umore, paura e preoccupazione eccessive per il neonato e paura di non essere all’altezza del nuovo ruolo di madre. La forte componente ansiosa può sfociare in problemi del sonno e dell’appetito così come in disturbi psicosomatici (frequenti le cefalee).

Tenendo conto della grande frequenza della sindrome del baby blues (o maternity blues) la si può considerare non tanto una malattia quanto una reazione fisiologica dovuta al riassetto sia fisico (in particolare al brusco calo ormonale degli estrogeni) che psicologico seguente al parto. La “banalità” del quadro non deve portare alla sua sottovalutazione.

Esso rappresenta infatti il collegamento tra il versante biologico e quello psicologico; tra la normalità e la psicopatologia dal momento che esso comprende, se pure in misura minore, molti dei sintomi e delle problematiche caratteristiche della patologia puerperale maggiore.

Riconoscerla per combatterla

La depressione post-partum è una forma di malessere che si può manifestare subito dopo il parto. Secondo studi clinici, infatti, tale forma depressiva può compromettere l’attaccamento madre-bambino, esercitando un’ influenza negativa sul rapporto coniugale e sulla serenità familiare.

La depressione post-partum è definita da tre caratteristiche:

  1. I sintomi depressivi iniziano dalle quattro alle sei settimane dopo il parto e continuano per almeno due settimane;

  2. sono presenti generalmente più di 5 sintomi depressivi tra i seguenti: umore depresso, scarso appetito, perdita di piacere e di interessi, labilità emotiva, irritabilitàinsonnia, rallentamento o agitazione psicomotoria, disorientamento o confusione;

  3. la depressione post-partum compromette in maniera marcata il funzionamento quotidiano delle madri rendendo complesso per loro occuparsi dei neonati e concentrarsi sulle attività quotidiane (Lee, 2015).

La forma più grave risulta essere la psicosi post partumè una condizione psicopatologica seria caratterizzata generalmente da confusione, agitazione, insonnia, deliri e allucinazioni. In questi casi è fondamentale chiede immediatamente aiuto al medico curante o consultare un professionista in Psichiatria.

Questa patologia potrebbe mettere a repentaglio la salute o la vita della mamma e del neonato.